Dedica

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Per voi, diletti figli, ho scritto, fra il turbine della guerra,  questi miei ricordi del fronte unicamente perchè impariate meglio  a conoscere l’anima e il sacrificio di coloro che vollero la  Patria libera e grande

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Prima Pagina Diario

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La Patria è la terra dei nostri padri. E’ quel sentimento  delicato e squisito che fa invocare la Madre, nell’ora suprema,  da una povera carne dilaniata dalla mitraglia. E’ quella bandiera  nostra, verso la quale tutti accorrono nell’ora del pericolo. E’  la voce che intendiamo e che ci comprende, è la forza che ci  anima e ci sorregge nel momento del dolore e che ci fa esultare  in quello della fortuna e della gloria.

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27 Dicembre 1917

Alle ore 13 si discende alla stazione di Fossano, graziosa cittadina del Piemonte in provincia di Cuneo.

Le fanno corona le imponenti e nevose catene dell’Alpi confinanti colla Francia. Fra quei candidi cocuzzoli s’erge maestoso il Monviso. Fa un freddo intenso.

Passo effettivo al 26° Reggimento Artiglieria da Campagna e m’insedio alla caserma Urbanetto.

Dopo quasi due anni m’è dato finalmente di coricarmi in una branda con lenzuola e coperte.

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24 Dicembre 1917

Si giunge a Concordia a notte inoltrata e ci accampiamo in un vasto prato poco lungi dal paese.

Si gela dal freddo. Siamo senza un po’ di fuoco o di un metro di tenda per proteggerci dalla fitta nebbia.

Stanco per la marcia e sfinito per la mancanza di cibo mi getto a terra cercando nel sonno un po’ di refrigerio e mi raggomitolo nella mia piccola coperta da campo col pensiero rivolto ai miei cari.

Se vedessero la bella vigilia di Natale che passo!

Ma un amico di cuore, certo Zoli, mio compaesano, ha pensato per me.

Mi sento scuotere bruscamente, era lui.

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23 Dicembre 1917

Riunione di tutti gli uomini del reggimento. Viene letta una nota di tutti coloro che debbono partire subito per ignota destinazione. Io sono fra costoro.

L’addio ai compagni rimasti è quanto mai commovente. Si sa di non rivederci più andando noi ad incorporarci in altri reggimenti. I disagi, i pericoli, le ore liete, la lunga vita  vissuta nei brevi mesi, vita di ansie e di ebbrezze, ci avevano affratellati con vincolo sincero e indissolubile.

Ora sentiamo tutto il vuoto, tutta l’amarezza del distacco.

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17 Dicembre 1917

Ricevo la gradita visita di mio fratello Don Antonio che arriva carico come un re magio. Biancheria personale al completo, oggetti di toilette, tabacco e … dolciumi. Una vera provvidenza!

Posso dalla sua bocca avere finalmente notizie di tutti i miei di casa che, privi di mie corrispondenze, hanno vissuto lunghi giorni d’angoscia.

Nella persona del caro fratello io rivedo tutta la famiglia ed il mio cuore esulta dalla gioia.

Quanta gratitudine gli debbo!

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4 Dicembre 1917 – Santa Barbara

La festa degli artiglieri.

Tutto il reggimento è raccolto nel bel tempio di Disvetro ed assiste, unitamente al suo Colonnello e a tutti gli ufficiali, alla commovente cerimonia religiosa.

Una musica scelta accompagna i cantori.

Al momento solenne dell’elevazione del Santissimo uno squillo argentino di tromba dà l’attenti.

Un brivido di santa commozione e di devota  pietà scorre in tutti noi che abbassiamo riverenti il capo mormorando col cuore una preghiera.

Lo spirito di Dio è in noi. Molti cigli hanno una lacrima.

Ecco elevarsi supplice un cantico che ha note di strazio:

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“Comando Corpo D’Armata di Bologna”

Comando Corpo D’Armata di Bologna”

“L’ultima settimana dello scorso ottobre resterà infausta nella storia d’Italia perché, nell’avversa sorte toccata alle nostre armi, pochi criminali, per viltà o per biechi propositi, facilitarono al nemico la riuscita d’una prima, improvvisa irruzione nel suolo sacro della Patria.

Urge frapporre argine insuperabile alla baldanza straniera, urge nettare la nostra bandiera dal fango con cui un pugno di vili la contaminò.

Occorre sappiate dimostrare che non voi siete fra quelli che il paese giudica artefici del suo danno. Ma io so che la grandissima maggioranza vostra è composta di buoni soldati : io so che non da paura o da inconfessabili intendimenti ma da fatali circostanze alle quali non sapeste o non poteste reagire, la maggior parte di voi fu tratta ad unirsi all’ignobile branco degli sbandati; so anzi che fra voi vi sono veri eroi che dopo d’aver compiuto fino all’ultimo il loro dovere, isolati e spersi, invano ricercarono i loro reparti.

Militari!

Nessuna prevenzione è in me contro di voi: io parlo a chi in cento battaglie diede magnifica prova di disciplina e valore; io parlo a chi arde dal desiderio, anzi dal prepotente bisogno di cancellare quell’ombra che ora offusca il suo passato, per dimostrare che è sempre il soldato di Podgora, del S. Michele, del Sabotino, del Monte Santo e della Baisizza.

Guardate all’esempio dei vostri camerati della 3°Armata che a migliaia chiesero di venir mandati al più presto possibile a sostituire i compagni caduti  in queste ultime epiche lotte; e sopratutto ritemprate il vostro cuore a quel sentimento  del dovere, a quello spirito del sacrificio di cui ben presto tutti sarete chiamati a dare novella prova.

Bologna, 12 Novembre 1917

                          Il Tenente Generale

                                     Comandante del Corpo d’Armata

                L.Segato

  Ho ricopiato integralmente questo manifesto perché è un documento storico della massima importanza.

Dunque più nessun dubbio può esistere in merito alle cause della disastrosa ritirata. Ciò fu opera di “pochi criminali”, di un “pugno di vili” che dovranno ricercarsi fra gli alti papaveri politici e militari.

Possa la patria scoprirli e stampare sulle loro fronti il marchio dell’infamia.

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19 novembre 1917

Finalmente si arriva a Mirandola alle ore 16; la nostra penosissima marcia è terminata.

Qui è il campo di concentramento delle artiglierie della 2° Armata e probabilmente ci fermeremo un po’ a lungo nell’attesa della riorganizzazione per ripartire poi pel fronte. Il nemico è arrestato sul Piave. Un nuovo entusiasmo, una nuova fede subentra nel cuore di tutti. La rivincita non deve tardare.

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17 Novembre 1917

Alle ore 12,20 si passa il Po sopra un ponte di barche. Alla sua sinistra è la cittadina di Postiglia . al centro della sua piazza è un bel monumento a Cornelio Nepote. Gli abitanti si mostrarono d’una generosità commovente e così di sfuggita ci corrono dietro offrendoci pane, fette di polenta, mele e perfino delle scodelle di minestra.

Passato il lungo ponte è il paesetto di Revere.

All’uscita del paese è un bell’edificio scolastico.

Sono centinaia di scolaretti arrampicati alle cancellate che ci allungano le braccia in segno di saluto.

Quante manine ho strette nella mia, quanti occhioni vivaci si sono fissati su di me … .

Ed ho pensato ai miei bambini.

Quando mi sarà dato rivederli?

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12 Novembre 1917

“Comando Corpo D’Armata di Bologna”

“L’ultima settimana dello scorso ottobre resterà infausta nella storia d’Italia perché, nell’avversa sorte toccata alle nostre armi, pochi criminali, per viltà o per biechi propositi, facilitarono al nemico la riuscita d’una prima, improvvisa irruzione nel suolo sacro della Patria.

Urge frapporre argine insuperabile alla baldanza straniera, urge nettare la nostra bandiera dal fango con cui un pugno di vili la contaminò.

Occorre sappiate dimostrare che non voi siete fra quelli che il paese giudica artefici del suo danno. Ma io so che la grandissima maggioranza vostra è composta di buoni soldati : io so che non da paura o da inconfessabili intendimenti ma da fatali circostanze alle quali non sapeste o non poteste reagire, la maggior parte di voi fu tratta ad unirsi all’ignobile branco degli sbandati; so anzi che fra voi vi sono veri eroi che dopo d’aver compiuto fino all’ultimo il loro dovere, isolati e spersi, invano ricercarono i loro reparti.

Militari!

Nessuna prevenzione è in me contro di voi: io parlo a chi in cento battaglie diede magnifica prova di disciplina e valore; io parlo a chi arde dal desiderio, anzi dal prepotente bisogno di cancellare quell’ombra che ora offusca il suo passato, per dimostrare che è sempre il soldato di Podgora, del S. Michele, del Sabotino, del Monte Santo e della Baisizza.

Guardate all’esempio dei vostri camerati della 3°Armata che a migliaia chiesero di venir mandati al più presto possibile a sostituire i compagni caduti  in queste ultime epiche lotte; e sopratutto ritemprate il vostro cuore a quel sentimento  del dovere, a quello spirito del sacrificio di cui ben presto tutti sarete chiamati a dare novella prova.

 

Bologna, 12 Novembre 1917

 

Il Tenente Generale

                                     Comandante del Corpo d’Armata

L.Segato

 

Ho ricopiato integralmente questo manifesto perché è un documento storico della massima importanza.

Dunque più nessun dubbio può esistere in merito alle cause della disastrosa ritirata. Ciò fu opera di “pochi criminali”, di un “pugno di vili” che dovranno ricercarsi fra gli alti papaveri politici e militari.

Possa la patria scoprirli e stampare sulle loro fronti il marchio dell’infamia.

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