28 Ottobre 1917 – ore 17

      No Comments on 28 Ottobre 1917 – ore 17

Si è scatenato un forte uragano.

E’ l’ira del cielo che ammonisce gli uomini di por termine a questo flagello?

I tre ufficiali rimasti se ne vanno frettolosamente con tutti i loro bagagli, lasciandomi la consegna di non abbandonare il distaccamento, che sarebbero ritornati per ricupero del materiale rimasto.

Faccio buon viso a cattiva sorte e mi rimetto nelle mani di Dio.

Eccomi solo.

La fucileria nemica si fa più distinta; Cormons è già in loro mani.

Cinque km ancora e sono qui.

Un brivido di freddo mi passa per le vene. Che sarà di me? Ove posso ormai trovare scampo? Dove dirigermi?

Già mi vedo circondato da quei demoni e trascinato via se pure non venga risparmiato dalla loro brutalità.

Ma perché debbo rimanere ancor qui? Proprio io, il più vecchio della batteria? ..

Passa così circa una mezz’ora, quando il galoppo d’un cavallo mi fa scattare in piedi colla rivoltella in pugno.

-“ Joli! Joli!”

Mio Dio, è la voce del sig. Tenente Rozzi.

Esco fuori e rispondo “Comandi”

  • “ Via, fugga, non un minuto di tempo, mi raggiungerà a Palmanova.” E sparisce alla carica sotto quel diluvio d’acqua.

Ciò che ancora non so spiegarmi è la calma incredibile che subentra in me da quell’istante memorando.

Unica preoccupazione fu di riordinare le mie cosucce strettamente necessarie e la mia cassettina colle mie pitture.

E tutto questo senza nervosismo, con quella calma come se mi allestissi per un viaggetto di piacere.

Così equipaggiato mi accingo a partire ma giunto di fronte alla mensa ufficiali mi fermo sia per riposarmi dal peso dei miei fardelli, sia come attratto dal gradito odore delle vivande approntate sulla mensa.

Entro senz’altro nella sala, il mio piano è già tracciato.

Non mi uovo più e attendo il mattino seguente.

Palmanova? Ma è molto distante Palmanova, diluvia che è un piacere ed è già quasi notte… . Non conosco le vie … . Potrei incappare in mezzo a loro … no, no … aspettiamo il giorno; sarà quel che Dio vuole; con questo tempo non riuscirei trascinarmi per tre km.

E questa decisione che altri chiamerebbero pazzesca fu invece la mia salvezza.

Dispongo i miei fagotti in un angolo della sala e toltomi il pastrano già molle d’acqua, mi siedo con aria soddisfatta alla ricca tavola, sulla quale fumavano le vivande che i Sigg. Ufficiali avevano abbandonato nella furia della ritirata.

Il crepitio delle  mitragliatrici è più intenso e più vicino.

Strano, strano, io rido, d’un riso convulso e sto divorando una bella costoletta di vitello, come non fosse cosa che m’interessasse.

E gli Austriaci?

  • “ Ba!, se arrivano, siano i ben venuti, mi lascerò prendere almeno a pancia piena … mi coglieranno a tavola tranquillo ed immobile come il vecchio senatore romano sul suo scranno.

E mentre sorseggio pacatamente il generoso vino, concludo: “Ecco la mia massima: Resistere al nemico, come il dovere ce lo impone, fino all’estremo, ma la fuga mai, sia pure che ne siate al contatto. Chi fugge incorre in maggior pericolo di chi si batte. Ed il mio caso è questo. Caro tenente ti ringrazio. – Ci vediamo a Palmanova – . E’ presto detto, ma i miei calcagni non sono così veloci come i garretti del tuo cavallo … Ma è squisito questo vino … ecco sento che proprio mi rinvigorisce lo stomaco … . Ah siete voi, signori tedeschi!? … accomodatevi, sarete stanchi … non fate cerimonie … la dispensa è ben fornita, ristoratevi: siete miei ospiti.”

Un rumore di traini all’ingresso del viale mi fa balzare dalla sedia e mi si rizzano i capelli sulla testa.

Quatto quatto i avvicino alla finestra … .

  • “Ma sono i nostri!” grido colla voce soffocata.
  • “Ei, chi va là, fermatevi” e mi lancio fuori dalla sala barcollando un pochino.

E’ un avantreno guidato da un sergente della 5° batteria con due conducenti.

  • “Ma dove andate? Non c’è più nessuno, sono solo; c’è l’ordine di radunarsi a Palmanova.”
  • “I cavalli sono sfiniti, veniamo dal Santo, e noi pure.”
  • “ Ebbene, fai riposare i tuoi cavalli e mentre essi mangiano la loro biada, voi tutti ristoratevi un poco qui alla mensa ufficiali. Ce n’è per tutti. Fra un’oretta si ripartirà, è giusto così? Venite con me.”

 

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *