Sulla vetta del Guisca sosto un paio d’ore per dar riposo ai cavalli e foraggiarli.
Triste notte!
L’onda dei nostri in disordinata fuga aumenta di minuto in minuto; è un caos indescrivibile.
Vasti incendi rendono più truce quella visione di un esercito sbaragliato.
Nessun comando che tenti riorganizzare una benchè minima resistenza. I soldati, abbandonati a loro stessi, ricorrono al saccheggio dei magazzini militari, e mentre tanti cadono a terra per ferite od esaurimento, altri invece gazzovigliano oscenamente colle più invereconde e mordaci canzoni sulla bocca.
- “Vigliacchi, vigliacchi!”
Come mi ronza nelle orecchie l’ingiuria della vecchierella di Cormons.
Un tenente d’artiglieria, non del mio reggimento, un romagnolo, un’antica mia conoscenza, mi vede e mi riconosce subito.
E’ affranto dalla stanchezza, colla divisa lacera in più parti, il volto contratto.
- “Salga qui con me sul carro, si riposi un pochino.” E sciolta una balla di fieno la distendo sul piano del carro a modo di soffice letto.
Il tenente vi cade sopra come privo d’ogni energia.
Colle palme delle mani si tormenta i capelli quasi intendesse strapparseli e ripete parole d’ira, di maledizione.
Non oso interromperlo e gli porgo una bottiglia di vino ed alcuni biscotti.
- “Caro Joli, non avrei resistito un’ora di più. Ma tu che fai quassù in mezzo a quest’inferno? Chi aspetti?”
Mentre così parla si ode uno schianto formidabile, seguito subito dopo da un altro.
Erano i due ponti di Plava che saltavano per opera dei nostri.
– “Dovevo recarmi a Plava, “ rispondo, ”per ritirare oggetti di bardature e i pochi compagni che si trovavano laggiù. Non mi vollero lasciar passare, mentre avrei avuto il tempo; ora non mi resta che ritornarmene a Medeuzza.”
- “Si, si, partiamo lesti di qui, te ne prego.”
Poi, come parlando a se medesimo: “Tradimento, tradimento, si chiedeva disperatamente munizioni e ci mandavano della biada … . I bombardieri, i mitraglieri, tutta la fanteria ha iniziato la ritirata prima di noi … tradimento! S’è sparato fino a zero, s’è resistito … ci siamo sacrificati per niente … i nostri pezzi sono persi e persi tanti artiglieri …”.
Ne compresi abbastanza e senza chiedergli spiegazioni serrai nel mio animo esacerbato tutto il mio disgusto e il mio dolore.