29 Giugno 1917 – Vigilia di festa

Il capitano mi dice :

Domani la batteria deve festeggiare il 30 giugno, cioè l’anniversario della storica giornata di Goito. Adornate come meglio potete, con frasche e con drappi, il nostro accampamento. Prendete quanti uomini vi abbisognano, mi lusingo nella vostra buona volontà, e non dimenticate, soprattutto, di preparare un discorsetto d’occasione, appunto come lo faceste anno sul Zamedwedje”.

Mi metto subito all’opera, orgoglioso del mio incarico.

In breve l’accampamento si trasformò per incanto, adorno di frasche, di banderuole di carta, di cartelli variopinti con scritti e sentenze d’occasione. Ebbi persino il tempo di costruire una dozzina di fanali alla veneziana.

Il capitano e gli ufficiali presenziavano quei febbrili lavori di decorazione, godendosi di cuore di quell’apparato bizzarro.

Così scese la notte. Mi sentivo tanto stanco, ma non potei chiudere occhio.

E il discorso? Bisognava preparare due paroline a posto. Mi decido di abbandonare il mio giaciglio e scendo in fureria per abbozzare la mia povera concione. Duro incarico questo.

Ma non sono solo a vegliare. Più al basso, nascosti fra gli scogli odo un lieve suono d’istrumenti a corda.

E’ un gruppetto di artiglieri che accorda i suoi istrumenti e riprova le belle e nostalgiche canzoni dei tempi felici.

La festa doveva essere al completo.

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