Il pranzo fu superiore ad ogni aspettativa. Organizzato e preparato da un gruppo di napoletani non poteva riuscire migliore. Un vero pranzo di anfitrioni. Ce n’era da crepare ed io mi feci onore davvero.
Ecco il menù:
Pasta al sugo alla napoletana
Coscione di manzo imbottito
Polpettine alla salsa
Pollo al forno con ripieno
Costolette alla milanese
Insalata, formaggi e frutta
Zuppa inglese
Panettoni e biscotti
Vini vari di lusso
Marsala, Spumante Cinzano
Champagne Menie Reims
Liquori, Zabaglione “Ovo Canciani”
Benedettini, Strega
Caffè al liquore
–Ma avrete speso un finimondo” sussurro all’orecchio del bravo Giusti, che disimpegnava egregiamente le funzioni di cameriere.
Questi mi strizza l’occhio :” Non ci pensate, ci siamo arrangiati”
–“Ho capito. Viva il Natale”.
Intanto incalza la sera e scendono man mano le tenebre. Essendo proibito accendere lumi di sorta la chiesa s’abbuia e col buio si dà termine alla gazzoviglia.
Cessano gli schiamazzi e gli evviva ed ognuno parte barcollando alla ricerca del suo cantuccio.
Un amico mi offre il suo letto per riposare; è fra i migliori del convento.
E’ … un confessionale rovesciato a terra con dentro alcuni stracci.
Ho la testa in fiamme per le troppe libagioni, le gambe mi reggono malamente e più che coricarmi vi ruzzolo dentro sconciamente, sbarrando gli occhi nelle buie volte.
Ho la sensazione che tutto mi giri intorno in spirali vertiginose ed in quella semi-oscurità parmi di scorgere sfilare innanzi, entro le loro nicchie dorate, gli austeri santi di stucco.
Oh come mi fissano con occhi torvi ed agitano le braccia verso di me in atto di minaccia!
Odo un lamentevole e stonato suono dell’organo e parmi che il tempio s’illumini d’una vivida luce.
Ecco il biondo fraticello, dagli occhi celesti, là sull’altare maggiore, recitare l’evangelo .. .
Si volta in atto di preghiera … . Orrore!
Dal viso gli gronda sangue e sangue scorre sui candidi paramenti … .
Sotto l’incubo di tali visioni mi scuoto dal mio torpore. Mi sento soffocare e liberatomi a stento dalla stretta del confessionale erro barcollando nel buio in cerca d’una via d’uscita.
Alle prime luci del novello giorno gli amici, che s’affannavano in cerca di me, mi rintracciarono accoccolato sotto un banco della sacristia.
Dormivo profondamente.
Raggomitolato vicino alla mia testa, il vecchio gatto del convento mi teneva compagnia facendo le fusa.
-“E bravo Joli!” mi dice il tenente Marchini, battendomi una mano sulla spalla, nell’atto in cui prendevo commiato per far ritorno al mio accampamento.
Fu soltanto durante il mio ritorno che mi si riallacciarono alla memoria, ancor confusa, gli avvenimenti dell’indimenticabile serata.
Rammentai allora che allo champagne sciorinai una quantità di brindisi e di freddure. Poi non contento volli salire sul pergamo a fare un sermoncino … e fu appunto nella chiusura che perdetti le staffe e sciolsi un inno al dio …. Bacco.
Quella maledetta scantonata provocò altro baccano ed altri tappi del generoso spumante saltarono in aria.
Ed il bevvi …. Mi fecero bere, non so.
Arrossii di me stesso e per lo strappo offerto alla mia reputazione .. poi scacciai il fastidioso pensiero e dissi a me stesso “D’altronde è stato un Natale di guerra … il domani è l’ignoto.”